DECRETO
LEGISLATIVO 8 luglio 2003, n. 235
Attuazione della direttiva 2001/45/CE relativa ai requisiti
minimi di sicurezza e di salute per l'uso delle attrezzature di lavoro da
parte dei lavoratori.
(Gazzetta Ufficiale n. 198 del 27/8/2003)
Testo in
vigore dal: 11-9-2003
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della
Costituzione;
Vista la legge 1° marzo 2002, n. 39, ed in particolare
l'articolo 1, commi 1, 3 e 5;
Vista la direttiva 2001/45/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, che modifica la
direttiva 89/655/CE del Consiglio relativa ai requisiti minimi di
sicurezza e di salute per l'uso delle attrezzature di lavoro da parte dei
lavoratori durante il lavoro;
Visto il decreto legislativo 19 settembre
1994, n. 626, e successive modificazioni;
Viste le preliminari
deliberazioni del Consiglio dei Ministri, adottate nelle riunioni del 12
marzo e del 23 maggio 2003;
Acquisito il parere della Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome
di Trento e di Bolzano;
Acquisiti i pareri delle competenti commissioni
della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la
deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 3
luglio 2003;
Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e
del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con i
Ministri degli affari esteri, della giustizia, dell'economia e delle
finanze, della salute, delle attivita' produttive e per gli affari
regionali;
Emana
il seguente decreto
legislativo:
Art. 1
1. All'articolo 89, comma 2, del
decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni,
di seguito denominato «decreto legislativo», sono apportate le seguenti
modifiche:
a) alla lettera a) dopo le parole: «36, comma 8-ter,», sono
inserite le seguenti: «36-bis, commi 5, 6; 36-ter; 36-quater, commi 5 e 6;
36-quinquies, comma 2,»;
b) dopo la lettera b) e' aggiunta la seguente:
«b-bis) con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da euro 258 a euro
1.032 per la violazione degli articoli 36-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7,
36-ter, 36-quater, commi 1, 3 e 4, 36-quinquies, comma 1.».
2.
All'articolo 1, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 7
gennaio 1956, n. 164, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «,
nonche' dalle disposizioni del decreto legislativo 19 settembre 1994, n.
626, e successive modificazioni.».
Avvertenza:
Il
testo delle note qui pubblicato e' stato redatto ai sensi dell'art. 10,
commi 2 e 3 del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle
leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle
disposizioni di legge modificate o alle quali e' operato il rinvio.
Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui
trascritti. Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita' europee (Gazzetta
Ufficiale delle Comunita' europee).
Note al
titolo:
- Il testo della direttiva 2001/45/CE (Direttiva del Parlamento
europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 89/655/CEE del Consiglio
relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l'uso delle
attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori durante il lavoro. Seconda
direttiva particolare ai sensi dell'art. 16, paragrafo 1, della direttiva
89/391/CEE e' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Comunita' europea
19 luglio 2001, n. L 195.
- Il testo della direttiva 89/655/CEE
(Direttiva del Consiglio relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di
salute per l'uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori
durante il lavoro (seconda direttiva particolare ai sensi dell'art. 16,
paragrafo 1 della direttiva 89/391/CEE) e' pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Comunita' europea 30 dicembre 1989, n. L 393.
Note alle
premesse:
- Il testo dell'art. 76 della Costituzione e' il seguente:
«Art. 76. L'esercizio della funzione legislativa non puo' essere delegato
al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e
soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.».
- L'art. 87,
comma quinto, della Costituzione conferisce al Presidente della Repubblica
il potere di promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di
legge e i regolamenti.
- Il testo dell'art. 1, commi 1, 3 e 5 della
legge 1° marzo 2002, n. 39 (Disposizioni per l'adempimento di obblighi
derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee. Legge
comunitaria 2001), e' il seguente: «Art. 1 (Delega al Governo per
l'attuazione di direttive comunitari). - 1. Il Governo e' delegato ad
emanare, entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della
presente legge, i decreti legislativi recanti le norme occorrenti per dare
attuazione alle direttive comprese negli elenchi di cui agli allegati A e
B.
2. (Omissis).
3. Gli schemi dei decreti legislativi recanti
attuazione delle direttive comprese nell'elenco di cui all'allegato B
nonche', qualora sia previsto il ricorso a sanzioni penali, quelli
relativi all'attuazione delle direttive elencate nell'allegato A, sono
trasmessi, dopo l'acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge,
alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica perche' su di essi
sia espresso, entro quaranta giorni dalla data di trasmissione, il parere
dei competenti organi parlamentari. Decorso tale termine i decreti sono
emanati anche in mancanza del parere. Qualora il termine previsto per il
parere dei competenti organi parlamentari scada nei trenta giorni che
precedono la scadenza dei termini previsti ai commi 1 o 4 o
successivamente, questi ultimi sono prorogati di novanta giorni.
4.
(Omissis).
5. In relazione a quanto disposto dall'art. 117, quinto
comma, della Costituzione, i decreti legislativi eventualmente adottati
nelle materie di competenza legislativa regionale e provinciale entrano in
vigore, per le regioni e province autonome nelle quali non sia ancora in
vigore la propria normativa di attuazione, alla data di scadenza del
termine stabilito per l'attuazione della rispettiva normativa comunitaria
e perdono comunque efficacia a decorrere dalla data di entrata in vigore
della normativa di attuazione di ciascuna regione e provincia
autonoma.».
- Per i riferimenti della citata direttiva 2001/45/CE si
veda nota al titolo. - Il testo del decreto legislativo 19 settembre 1994,
n. 626 (Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE,
89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE,
95/63/CE, 97/42, 98/24 e 99/38 riguardanti il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro), e' pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale 12 novembre 1994, n. 265, supplemento
ordinario.
Note all'art.
1:
- Il testo dell'art. 89, comma 2, del citato decreto legislativo n.
626 del 1994, come modificato dal presente decreto, e' il seguente: «Art.
89 (Contravvenzioni commesse dai datori di lavoro e dai dirigenti). - 1.
(Omissis). 2. Il datore di lavoro ed il dirigente sono puniti: a) con
l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda da lire tre milioni a lire
otto milioni per la violazione degli articoli 4, comma 5, lettere b), d),
e), h), l), n) e q); 7, comma 2; 12, commi 1, lettere d) ed e) e 4; 15,
comma 1; 22, commi da 1 a 5; 30, commi 3, 4, 5 e 6; 31, commi 3 e 4; 32;
35, commi 1, 2, 4, 4-bis, 4-ter, 4-quater e 5; 36, comma 8-ter, 36-bis,
commi 5, 6; 36-ter; 36-quater, commi 5 e 6; 36-quinquies, comma 2; 38; 41;
43, commi 3, 4, lettere a), b), d) e g) e 5; 48; 49, comma 2; 52, comma 2;
54; 55, commi 1, 3 e 4; 56, comma 2; 58; 72-quater, commi da 1 a 3, 6 e 7;
72-sexies; 72-septies; 72-novies, commi 1, 3, 4 e 5; 72-decies, comma 7;
62; 63, comma 3; 64; 65, comma 1; 66, comma 2; 67, commi 1 e 2; 68; 69,
commi 1, 2 e 5, lettera b); 77, comma 1; 78, comma 2; 79; 80, comma 1; 81,
commi 2 e 3; 82; 83; 85, comma 2; 86, commi 1 e 2; b) con l'arresto da due
a quattro mesi o con l'ammenda da lire un milione a lire cinque milioni
per la violazione degli articoli 4, commi 4, lettere b) e c), 5, lettere
c), f), g), i), m) e p); 7, commi 1 e 3; 9, comma 2; 10; 12, comma 1,
lettere a), b) e c); 21; 37; 43, comma 4, lettere c), e) ed f); 49, comma
1; 56, comma 1; 57; 72-octies, commi 1, 2 e 3, 72-decies, commi 1, 2, 3, e
5; 66, commi 1 e 4; 67, comma 3; 70, comma 1; 76, commi 1, 2 e 3; 77,
comma 4; 84, comma 2; 85, commi 1 e 4; 87, commi 1 e 2; b-bis) con
l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da euro 258 a euro 1.032 per la
violazione degli articoli 36-bis, commi 1, 2, 3, 4, 7; 36-ter; 36-quater,
commi 1, 3, 4; 36-quinquies, comma 1.».
- Il testo dell'art. 1, primo
comma, del decreto del Presidente della Repubblica 7 gennaio 1956, n. 164
(Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni),
come modificato dal presente decreto, e' il seguente: «Art. 1 (Attivita).
- La prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e' regolata
dalle norme del presente decreto e, per gli argomenti non espressamente
disciplinati, da quelle del decreto del Presidente della Repubblica 27
aprile 1955, n. 547, nonche' dalle disposizioni del decreto legislativo 19
settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni.».
Art. 2
1. Al titolo del decreto legislativo dopo le parole: «99/38/CE» sono aggiunte le seguenti: «2001/45/CE».
Nota all'art.
2:
- Il testo del titolo del citato decreto legislativo n. 626 del
1994, come modificato dal presente decreto, e' il seguente: «Attuazione
delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE,
90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE,
97/42, 98/24, 99/38 e 2001/45/CE riguardanti il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro».
Art. 3
1. Il presente decreto determina i requisiti minimi di sicurezza e salute per l'uso delle attrezzature di lavoro per l'esecuzione di lavori temporanei in quota.
Art. 4
1. All'articolo 34, comma 1, del decreto legislativo, dopo la lettera c) viene aggiunta la seguente: «c-bis) lavoro in quota: attivita' lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile».
Nota all'art.
4:
- Il testo dell'art. 34, comma 1, del citato decreto legislativo n.
626 del 1994, come modificato dal presente decreto, e' il seguente: «Art.
34 (Definizioni). - 1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente
titolo si intendono per:
a) attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina,
apparecchio, utensile od impianto destinato ad essere usato durante il
lavoro;
b) uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione
lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in
servizio o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la
trasformazione, la manutenzione, la pulizia, lo smontaggio;
c) zona
pericolosa: qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimita' di una
attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore
costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello
stesso;
c-bis) lavoro in quota: attivita' lavorativa che espone il
lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a
2 m rispetto ad un piano stabile.».
Art. 5
1. Dopo l'articolo 36 del decreto legislativo, sono aggiunti i seguenti:
«Art. 36-bis
(Obblighi del datore di lavoro nell'uso di attrezzature per lavori in quota)
1. Il datore di lavoro, nei casi
in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in
condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da
un luogo adatto allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro piu' idonee
a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformita' ai
seguenti criteri:
a) priorita' alle misure di protezione collettiva
rispetto alle misure di protezione individuale;
b) dimensioni delle
attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire, alle
sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi.
2. Il
datore di lavoro sceglie il tipo piu' idoneo di sistema di accesso ai
posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla frequenza di
circolazione, al dislivello e alla durata dell'impiego. Il sistema di
accesso adottato deve consentire l'evacuazione in caso di pericolo
imminente. Il passaggio da un sistema di accesso a piattaforme, impalcati,
passerelle e viceversa non deve comportare rischi ulteriori di
caduta.
3. Il datore di lavoro dispone affinche' sia utilizzata una
scala a pioli quale posto di lavoro in quota solo nei casi in cui l'uso di
altre attrezzature di lavoro considerate piu' sicure non e' giustificato a
causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego
oppure delle caratteristiche esistenti dei siti che non puo'
modificare.
4. Il datore di lavoro dispone affinche' siano impiegati
sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi alle quali il
lavoratore e' direttamente sostenuto, soltanto in circostanze in cui, a
seguito della valutazione dei rischi, risulta che il lavoro puo' essere
effettuato in condizioni di sicurezza e l'impiego di un'altra attrezzatura
di lavoro considerata piu' sicura non e' giustificato a causa della breve
durata di impiego e delle caratteristiche esistenti dei siti che non puo'
modificare. Lo stesso datore di lavoro prevede l'impiego di un sedile
munito di appositi accessori in funzione dell'esito della valutazione dei
rischi ed, in particolare, della durata dei lavori e dei vincoli di
carattere ergonomico.
5. Il datore di lavoro, in relazione al tipo di
attrezzature di lavoro adottate in base ai commi precedenti, individua le
misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, insiti nelle
attrezzature in questione, prevedendo, ove necessario, l'installazione di
dispositivi di protezione contro le cadute. I predetti dispositivi devono
presentare una configurazione ed una resistenza tali da evitare o da
arrestare le cadute da luoghi di lavoro in quota e da prevenire, per
quanto possibile, eventuali lesioni dei lavoratori. I dispositivi di
protezione collettiva contro le cadute possono presentare interruzioni
soltanto nei punti in cui sono presenti scale a pioli o a gradini.
6.
Il datore di lavoro nel caso in cui l'esecuzione di un lavoro di natura
particolare richiede l'eliminazione temporanea di un dispositivo di
protezione collettiva contro le cadute, adotta misure di sicurezza
equivalenti ed efficaci. Il lavoro e' eseguito previa adozione di tali
misure. Una volta terminato definitivamente o temporaneamente detto lavoro
di natura particolare, i dispositivi di protezione collettiva contro le
cadute devono essere ripristinati.
7. Il datore di lavoro effettua i
lavori temporanei in quota soltanto se le condizioni meteorologiche non
mettono in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Art. 36-ter
(Obblighi del datore di lavoro relativi all'impiego delle scale a pioli)
1. Il datore di lavoro assicura
che le scale a pioli siano sistemate in modo da garantire la loro
stabilita' durante l'impiego e secondo i seguenti criteri:
a) le scale
a pioli portatili devono poggiare su un supporto stabile, resistente, di
dimensioni adeguate e immobile, in modo da garantire la posizione
orizzontale dei pioli;
b) le scale a pioli sospese devono essere
agganciate in modo sicuro e, ad eccezione delle scale a funi, in maniera
tale da evitare spostamenti e qualsiasi movimento di oscillazione;
c)
lo scivolamento del piede delle scale a pioli portatili, durante il loro
uso, deve essere impedito con fissaggio della parte superiore o inferiore
dei montanti, o con qualsiasi dispositivo antiscivolo, o ricorrendo a
qualsiasi altra soluzione di efficacia equivalente;
d) le scale a pioli
usate per l'accesso devono essere tali da sporgere a sufficienza oltre il
livello di accesso, a meno che altri dispositivi garantiscono una presa
sicura;
e) le scale a pioli composte da piu' elementi innestabili o a
sfilo devono essere utilizzate in modo da assicurare il fermo reciproco
dei vari elementi;
f) le scale a pioli mobili devono essere fissate
stabilmente prima di accedervi.
2. Il datore di lavoro assicura che le
scale a pioli siano utilizzate in modo da consentire ai lavoratori di
disporre in qualsiasi momento di un appoggio e di una presa sicuri. In
particolare il trasporto a mano di pesi su una scala a pioli non deve
precludere una presa sicura.
Art. 36-quater
(Obblighi del datore di lavoro relativi all'impiego dei ponteggi)
1. Il datore di lavoro procede
alla redazione di un calcolo di resistenza e di stabilita' e delle
corrispondenti configurazioni di impiego, se nella relazione di calcolo
del ponteggio scelto non sono disponibili specifiche configurazioni
strutturali con i relativi schemi di impiego.
2. Il datore di lavoro e'
esonerato dall'obbligo di cui al comma 1, se provvede all'assemblaggio del
ponteggio in conformita' ai capi IV, V e VI del decreto del Presidente
della Repubblica 7 gennaio 1956, n. 164.
3. Il datore di lavoro
provvede a redigere a mezzo di persona competente un piano di montaggio,
uso e smontaggio, in funzione della complessita' del ponteggio scelto.
Tale piano puo' assumere la forma di un piano di applicazione
generalizzata integrato da istruzioni e progetti particolareggiati per gli
schemi speciali costituenti il ponteggio, ed e' messo a disposizione del
preposto addetto alla sorveglianza e dei lavoratori interessati.
4. Il
datore di lavoro assicura che:
a) lo scivolamento degli elementi di
appoggio di un ponteggio e' impedito tramite fissaggio su una superficie
di appoggio, o con un dispositivo antiscivolo, oppure con qualsiasi altra
soluzione di efficacia equivalente;
b) i piani di posa dei predetti
elementi di appoggio hanno una capacita' portante sufficiente;
c) il
ponteggio e' stabile;
d) dispositivi appropriati impediscono lo
spostamento involontario dei ponteggi su ruote durante l'esecuzione dei
lavori in quota;
e) le dimensioni, la forma e la disposizione degli
impalcati di un ponteggio sono idonee alla natura del lavoro da eseguire,
adeguate ai carichi da sopportare e tali da consentire un'esecuzione dei
lavori e una circolazione sicure;
f) il montaggio degli impalcati dei
ponteggi e' tale da impedire lo spostamento degli elementi componenti
durante l'uso, nonche' la presenza di spazi vuoti pericolosi fra gli
elementi che costituiscono gli impalcati e i dispositivi verticali di
protezione collettiva contro le cadute.
5. Il datore di lavoro provvede
ad evidenziare le parti di ponteggio non pronte per l'uso, in particolare
durante le operazioni di montaggio, smontaggio o trasformazione, mediante
segnaletica di avvertimento di pericolo generico ai sensi del decreto
legislativo 14 agosto 1996, n. 493, e delimitandole con elementi materiali
che impediscono l'accesso alla zona di pericolo.
6. Il datore di lavoro
assicura che i ponteggi siano montati, smontati o trasformati sotto la
sorveglianza di un preposto e ad opera di lavoratori che hanno ricevuto
una formazione adeguata e mirata alle operazioni previste.
7. La
formazione di cui al comma 6 ha carattere teorico-pratico e deve
riguardare:
a) la comprensione del piano di montaggio, smontaggio o
trasformazione del ponteggio;
b) la sicurezza durante le operazioni di
montaggio, smontaggio o trasformazione del ponteggio con riferimento alla
legislazione vigente;
c) le misure di prevenzione dei rischi di caduta
di persone o di oggetti;
d) le misure di sicurezza in caso di
cambiamento delle condizioni meteorologiche pregiudizievoli alla sicurezza
del ponteggio;
e) le condizioni di carico ammissibile;
f) qualsiasi
altro rischio che le suddette operazioni di montaggio, smontaggio o
trasformazione possono comportare.
8. In sede di Conferenza
Stato-Regioni e province autonome sono individuati i soggetti formatori,
la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validita' dei
corsi.
9. I lavoratori che alla data di entrata in vigore del presente
decreto hanno svolto per almeno due anni attivita' di montaggio smontaggio
o trasformazione di ponteggi sono tenuti a partecipare ai corsi di
formazione di cui al comma 8 entro i due anni successivi alla data di
entrata in vigore del presente decreto.
10. I preposti che alla data di
entrata in vigore del presente decreto hanno svolto per almeno tre anni
operazioni di montaggio, smontaggio o trasformazione di ponteggi sono
tenuti a partecipare ai corsi di formazione di cui al comma 8 entro i due
anni successivi alla data di entrata in vigore del presente
decreto.
Art. 36-quinquies
(Obblighi dei datori di lavoro concernenti l'impiego di sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi)
1. Il datore di lavoro impiega
sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi in conformita' ai
seguenti requisiti:
a) sistema comprendente almeno due funi ancorate
separatamente, una per l'accesso, la discesa e il sostegno (fune di
lavoro) e l'altra con funzione di dispositivo ausiliario (fune di
sicurezza). E' ammesso l'uso di una fune in circostanze eccezionali in cui
l'uso di una seconda fune rende il lavoro piu' pericoloso e se sono
adottate misure adeguate per garantire la sicurezza;
b) lavoratori
dotati di un'adeguata imbracatura di sostegno collegata alla fune di
sicurezza;
c) fune di lavoro munita di meccanismi sicuri di ascesa e
discesa e dotata di un sistema autobloccante volto a evitare la caduta nel
caso in cui l'utilizzatore perda il controllo dei propri movimenti. La
fune di sicurezza deve essere munita di un dispositivo mobile contro le
cadute che segue gli spostamenti del lavoratore;
d) attrezzi ed altri
accessori utilizzati dai lavoratori, agganciati alla loro imbracatura di
sostegno o al sedile o ad altro strumento idoneo;
e) lavori programmati
e sorvegliati in modo adeguato, anche al fine di poter immediatamente
soccorrere il lavoratore in caso di necessita'. Il programma dei lavori
definisce un piano di emergenza, le tipologie operative, i dispositivi di
protezione individuale, le tecniche e le procedure operative, gli
ancoraggi, il posizionamento degli operatori, i metodi di accesso, le
squadre di lavoro e gli attrezzi di lavoro;
f) il programma di lavoro
deve essere disponibile presso i luoghi di lavoro ai fini della verifica
da parte dell'organo di vigilanza competente per territorio di
compatibilita' ai criteri di cui all'articolo 36-bis, commi 1 e 2.
2.
Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori interessati una formazione
adeguata e mirata alle operazioni previste, in particolare in materia di
procedure di salvataggio.
3. La formazione di cui al comma 2 ha
carattere teorico-pratico e deve riguardare:
a) l'apprendimento delle
tecniche operative e dell'uso dei dispositivi necessari;
b)
l'addestramento specifico sia su strutture naturali, sia su
manufatti;
c) l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale,
loro caratteristiche tecniche, manutenzione, durata e conservazione;
d)
gli elementi di primo soccorso;
e) i rischi oggettivi e le misure di
prevenzione e protezione;
f) le procedure di salvataggio.
4. In sede
di Conferenza Stato-Regioni e province autonome saranno individuati i
soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di
validita' dei corsi.
5. I lavoratori che alla data di entrata in vigore
del presente decreto hanno svolto per almeno 2 anni attivita' con impiego
di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi devono partecipare ai
corsi di formazione di cui al comma 4 entro i due anni successivi alla
data di entrata in vigore del presente decreto.».
Art. 6
1. In relazione a quanto disposto dall'articolo 117, quinto comma, della Costituzione le norme del presente decreto afferenti a materie di competenza legislativa delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, che non abbiano ancora provveduto al recepimento della direttiva 2001/45 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, si applicano sino alla data di entrata in vigore della normativa di attuazione di ciascuna regione e provincia autonoma, nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dei principi fondamentali desumibili dal presente decreto.
Note all'art.
6:
- Il testo dell'art. 117, quinto comma della Costituzione, e' il
seguente: «Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nelle
materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla
formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all'attuazione e
all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione
europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello
Stato, che disciplina le modalita' di esercizio del potere sostitutivo in
caso di inadempienza.».
- Per i riferimenti della citata direttiva
2001/45 si veda la nota al titolo.
Art. 7
1. Le disposizioni del presente
decreto entrano in vigore il 19 luglio 2005.
Il presente decreto,
munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale
degli atti normativi della Repubblica italiana.
E' fatto obbligo a
chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 8 luglio 2003
CIAMPI
Berlusconi, Presidente
del Consiglio dei Ministri
Buttiglione, Ministro per le politiche
comunitarie
Maroni, Ministro del lavoro e delle politiche
sociali
Frattini, Ministro degli affari esteri
Castelli, Ministro
della giustizia
Tremonti, Ministro dell'economia e delle
finanze
Sirchia, Ministro della salute
Marzano, Ministro delle
attivita' produttive
La Loggia, Ministro per gli affari
regionali
Visto, il Guardasigilli: Castelli